Maluf System di Morra & Mejri è un movimento post-revival della musica maluf, uno dei generi
urbani più complessi della Tunisia. Il progetto esplora la rinascita del maluf nei contesti migratori, i suoi
cambiamenti nella natura, le sue nuove trasmissioni e diffusioni, e promuove l’integrazione e l’identificazione
musicale transnazionale di alcuni musicisti tunisini.
Attraverso la registrazione di un album “Eddiwen” con la casa discografica Liburia Records (2024), basato
su scale modali arabo-tunisine (come mazmoum, rast dhil, asba’in) e mescolando strumenti musicali di
diversi generi tunisini (oud tunisino, ney, darbuka, tar, bendir, zokra, clarinetto, shqashiq) con strumenti a
pizzico del nord del Mediterraneo, come la chitarra, mandolino, Maluf System ricrea un mondo sonoro
tunisino che spazia dal tradizionale ensemble (jawk) alle banda del Bey ottomano di Tunisi, fino alle
influenze africane. Che si tratti delle canzoni delle suite (nuba), di una particolare melodia, ritmo o strumento
musicale, in arabo classico e dialetto tunisino, questi idiomi dell’identità arabo tunisina consentono ai
migranti di connettersi con gli altri, generando un certo tipo di esperienza condivisa.
GLI ARTISTI
Marzouk Mejri è nato a Tebourba in Tunisia e da trent’anni vive in Italia, a Napoli. Cantante
polistrumentista ha collaborato con numerosi musicisti napoletani come Daniele Sepe, James Senese, Peppe
Barra, Nuova Compagnia di Canto Popolare, 99 Posse, Eduardo De Crescenzo, Peppino Di Capri, Enzo
Avitabile. Nel 2008 fonda il “Marzouk-Ensemble” con il quale esordisce da solista firmando l’album
“Genina”. Nel 2017 la RAI ha prodotto un docufilm sulla sua arte musicale, intitolato “Vita di Marzouk”, e
nel 2019 vince il premio Parodi con il suo trio “Fanfara Station”.
Salvatore Morra è nato a Napoli. Chitarrista ed etnomusicologo, ha inciso “L’alba” per Adoro Records,
“Luys Milan” per la Draft Records. Laureato in discipline arabo islamiche con dottorato di ricerca (2018)
presso l’Università di Londra, Royal Holloway, esplora la musica del mondo arabo islamico e le sue
intersezioni con i mondi sonori contemporanei. Ha studiato l’oud in Tunisia con Kamel Gharbi e Selmi
Mongi.
MALUF SYSTEM
L’ALBUM – EDDIWEN
L’album “Eddiwen” (canzoniere) è un’antologia del repertorio maluf basato su scale modali tunisine (tubu’a) e
testi sia in arabo classico che in dialetto tunisino. La storia inizia con una marcia della tradizione militare
ottomana in Tunisia (traccia 1) e i ricordi del padre di Marzouk che la esegue con la banda di Tebourba (anni
’50). Le tracce 3 e 4 sono brani composti nei modi asba’in e mazmoum, tratti dalle grandi suite di danze
(nuba) i cui testi raccontano di amore, nostalgia e felicità, insieme alla canzone Naoura (traccia 8), un
viaggio attraverso il sistema musicale tunisino. La traccia 2, intitolata “Elif”, la prima lettera dell’alfabeto
arabo, e la traccia 9 (Oh! Amanti) includono timbri normalmente non ascoltati nei repertori più urbani del
maluf, e sono canzoni che mettono in risalto le radici afro-berbere di questa musica, sia nei suoi contesti
mediterranei che nei movimenti trans-sahariani della regione. Nelle tracce 6 e 10, Maluf System crea e lancia
un idioma della world music per il maluf attraverso la standardizzazione di due pratiche: “Sufiyet” plurale di
Sufi, una forma musicale che segue i principi della progressione sonico-spirituale delle cerimonie trance; e
“Raqs” (danza), una raccolta ritmica di danze popolari tunisine (sa’adawi, bunawwara, sugha e fazzani). Tutti
i brani sono arrangiati da Mejri e Morra ad eccezione del brano 5 (La porta azzurra), una composizione
originale di Morra ispirata all’architettura delle case della Medina di Kairouan e del brano 7 (Jamal), una
composizione originale di Mejri dedicata a suo figlio Jamal.
IL CONCERTO
L’ensemble è composto da due musicisti che suonano il liuto arabo standard (oud) in stile orientale, il ṭār
(tamburello) e il tamburo a calice darbouka, un altro oud
tipicamente tunisino, una chitarra e alcuni strumenti a fiato come ney e zukra. Il concerto inizia con Marzouk
che esegue una serie di danze a solo con una piccola tabla (tamburo), introducendo l’atmosfera delle regioni
desertiche del Sahara tunisino. Quando Salvatore entra in scena con l’oud, il tamburo si ferma e le corde dello
strumento arabo trasportano l’ascoltatore verso mondi più urbani e mediterranei con il brano “La porta
azzurra”. Dopo alcune sezioni strumentali inizialmente composte dal duo, iniziano a suonare tre diverse serie
di canzoni selezionate dalle nuba (suite) dal repertorio nazionale tramandato oralmente. Quando la melodia
sale al registro più acuto e il ritmo diventa più accentuato, l’oud tunisino suona diversi accenti distintivi e si
può sentire il forte tocco del plettro. Questo effetto fluttuante dello speciale plettro presenta un’insolita
combinazione di ruvidità e calore, perché certe risonanze particolari con l’accordatura materializzano un
timbro sonoro unico. La parte centrale della performance dal vivo è costituita da canzoni tunisine arrangiate
con chitarra, percussioni e voce, che creano la sensazione di trovarsi in un paesaggio che si estende oltre i
limiti del mediterraneo, il cui fraseggio richiama immediatamente un mondo locale maghrebino. Le sinuose
melodie della voce di Marzouk e i ritmi ipnotici delle percussioni con il fraseggio gentile dell’oud di
Salvatore si uniscono ai timbri mediterranei del duo per dare vita ad uno straordinario progetto musicale che
crea un fortissimo legame tra le tradizioni musicali della Tunisia e dell’Italia.
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